Dicembre è il mese che ci introduce nell’inverno. Usiamo sciarpe, cappotti, maglioni di lana, berretti. C’è freddo. Nelle regioni nordiche la neve non lascia spazi nemmeno davanti alle porte delle abitazioni. C’è freddo. Anche da noi, al Sud, il freddo, pur non essendo quello nordico, lo avvertiamo e lo soffriamo nelle case e nelle strade. Il freddo… Sì, proprio mentre scrivo questi pensieri, il vento freddo che viene dall’Etna non soltanto muove i rami degli alberi, ma prepotentemente penetra fin dentro le mie vene.
Però dicembre è anche il mese del calore umano, dell’attesa, della vita che a Natale sboccia nel cuore di ogni uomo credente e non credente. Ogni uomo, che entra nella grotta del presepio, come un piccino, si riempie di speranza, di luce, di calore divino-umano come accadde ai pastori di Betlemme.
Dicembre, a motivo della grande festa natalizia, è il mese delle famiglie che si riuniscono, degli amici che si cercano, dei bambini che attendono i regali. Insomma, questo tempo è il tempo del Dio-Bambino che vuole nascere nell’intimo di ogni uomo.
Questo tempo di Natale, soprattutto per la famiglia parrocchiale, deve essere davvero l’esplosione della comunione fraterna, della reciprocità, dello stare insieme, della condivisione, dell’amore.
Tutto a causa di quel Bambino che la Vergine-Madre ha donato all’umanità e che la chiesa riconosce e proclama Signore della vita e della storia. Con lui non c’è più il freddo dell’inverno, ma il calore dello Spirito Santo che riempie i cuori di bontà e di pace.
Il fuoco che porta il Bambinello accende i cuori degli uomini, abbatte muri, costruisce ponti per una umanità nuova, quella che deve abitare la terra nuova e i cieli nuovi.
Gesù, piccolo grande Bambino di Betlemme, aiutaci ad accogliere il fuoco del tuo amore, aiutaci ad incendiare il mondo di gioia di luce e di pace.
Il Parroco